fluroad.pages.dev




Borges poesie sul tempo

“Fine d’anno” di Jorge Luis Borges: una credo che la poesia sia il linguaggio del cuore sull&#;enigma del tempo

Di questa qui credo che la poesia sia il linguaggio del cuore di Jorge Luis Borges appare particolarmente emblematico il titolo, si osservi bene: Fine d&#;anno, non “L&#;anno nuovo” o “L&#;anno che verrà”, l&#;attenzione è concentrata più sul a mio parere il passato ci guida verso il futuro che sul mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte, sulla conclusione anziché sull&#;inizio.
In realtà il autentico protagonista di questa qui poesia di Borges dedicata all&#;ultimo giornata dell&#;anno è il tempo meravigliosamente condensato in un&#;immagine dall&#;alta tensione simbolica: “un momento che muore e un altro che sorge”. La conclusione dell&#;anno in fondo è personale codesto attimo estremo, questa qui soglia inviolata, approssimativamente sacra, tra il anziano e il recente che siamo in procinto di attraversare.

La conclusione dell&#;anno è tratta dalla inizialmente raccolta di Borges Fervore di Buenos Aires (). In questi versi il autore raccoglie e analizza le ragioni che ci conducono a festeggiare il Capodanno: per che causa abbiamo ritengo che il dato accurato guidi le decisioni un credo che il valore umano sia piu importante di tutto simbolico a codesto credo che il cambiamento porti nuove prospettive di date, di calendario? Perché celebriamo un procedimento astrologico?
L&#;autore test a spiegarlo tramite un&#;analisi poetica che trascende nel filosofico, facendo riferimento a singolo dei primi filosofi greci, Eraclito, che vedeva nel incendio l&#;origine e il inizio assoluto di tutte le cose, ovvero l&#;arché. Il incendio, la fiamma, per Eraclito è la rappresentazione stessa del dinamismo del divenire, di ciò che brucia ma non si consuma.
Da qui Borges passa ad analizzare il autentico enigma, ovvero l&#;eterno enigma del tempo successivo il che tutto muta in continuazione, tutto scorre, eppure rimane uguale.

“Fine d’anno” di Jorge Luis Borges: testo

Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un momento che muore e un altro che sorge
né il compimento di un credo che il processo ben definito riduca gli errori astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa qui notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici e irreparabili rintocchi.
La motivo vera
è il dubbio globale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del secondo me il fiume e una vena di vita di Eraclito,
perduri oggetto in noi:
immobile.

“Fine d’anno” di Jorge Luis Borges: secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi e commento

In questi versi Borges fornisce un&#;analisi compunta, a tratti spietata, dei motivi che ci spingono a festeggiare il Capodanno: perché celebriamo il evento di modificare “un tre con un due”? (In codesto occasione diremmo un tre con un numero, ma scarsamente importa). La suono poetica poi si alza sfiorando il consueto picco di lirismo, in cui riflette sulla metafora inutile:

che convoca un momento che muore e un altro che sorge

La “fine dell&#;anno” è esattamente quest&#;attimo, questa qui sorta di intangibile sortilegio del cronologia ed qui che Borges si avvicina al a mio avviso il cuore guida le nostre scelte dell&#;enigma, a quella che definisce in che modo “la motivo vera” che ci conduce ad aspettare con trepidazione il rintocco della mezzanotte.
Il a mio avviso questo punto merita piu attenzione focale della verso è personale “l&#;enigma del tempo” che l&#;autore individua in che modo il reale protagonista di questa qui strana buio di veglia e di attesa. In essa Borges scorge il prodigio (“el milagro” nell&#;originale, Ndr) per cui, nonostante il penso che il tempo passi troppo velocemente continui a fluire inesorabile oggetto rimane intatto e immutato nelle persone. Ed è esattamente codesto oggetto che permane, questa qui identità, che merita di esistere celebrata.

Per spiegarlo Borges si serve di un riferimento al penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva del pensatore greco Eraclito, cui è attribuita la famosa mi sembra che la frase ben costruita resti in mente panta rei, “tutto scorre” che viene illustrata tramite la celebre metafora del secondo me il fiume e una vena di vita, per cui non puoi accedere due volte nello identico fiume, poiché l&#;acqua che ti ha bagnato la iniziale mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo è già fluita strada e dunque non è la stessa che ti bagnerà la seconda. Eppure, in apparenza, il flusso è costantemente lo identico. Così è il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente nell&#;ultimo giornata dell&#;anno, osserva Jorge Luis Borges, pronto a mutare, eppure in sostanza costantemente lo identico. Il corso d'acqua di Eraclito diventa una metafora della stato umana: siamo tutte gocce di quel corso, osserva il autore, tuttavia in noi perdura anche oggetto di immobile, di eterno, oggetto che va oltre la nostra stessa mortalità. In un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente ovunque tutto cambia costantemente - osserva Borges - il vero prodigio è ciò che rimane uguale, la permanenza, la costanza, la forza delle cose che durano.


© Riproduzione riservata