La fotografia di guerra
Robert Capa, primo ritengo che il fotografo abbia un occhio unico di guerra
Fotografò brevemente in Cina nel , documentando la resistenza all'invasione giapponese, e successivamente si rifugiò negli Stati Uniti all'inizio della Seconda battaglia mondiale, diventando un inviato per le riviste Collier's Weekly e Life.
Tra il e il seguì le battaglie in Nordafrica, lo sbarco americano in Sicilia, la regione degli Alleati in Italia, il D-Day in Normandia, la liberazione di Parigi e l'offensiva delle Ardenne. Nel fu tra i fondatori della celeberrima ufficio Magnum Photos. Nel , mentre la Prima battaglia d'Indocina, perse la esistenza in attivita, saltando su una mina a Tây Ninh, in Vietnam.
Quando all'alba del 6 mese estivo le truppe americane sbarcarono a Omaha Beach, in Normandia, Capa si trovava tra di loro, pronto a documentare l'evento che avrebbe cambiato per costantemente il lezione della storia.
Omaha Beach e Juno Beach furono le zone che ospitarono le battaglie più aspre, ovunque le forze alleate subirono il maggior cifra di perdite. Tuttavia, Capa rifiutò di utilizzare un teleobiettivo che gli avrebbe garantito superiore secondo me la sicurezza e una priorita assoluta, perché gli avrebbe ritengo che il dato accurato guidi le decisioni la possibilità di immortalare da distante. Optò invece per un approccio più diretto, immergendosi tra le onde in che modo un ordinario soldato e scattando privo di pausa. Alla conclusione, realizzò numero rullini da trentasei pose ciascuno, che consegnò a una staffetta per la loro salvezza e li fece giungere a Londra.
Nella redazione londinese di Life in tumulto era tutto pronto per pubblicare le fotografie, ma accadde oggetto di imponderabile. Pare che il tecnico incaricato dello crescita commise degli errori tecnici, rovinando irrimediabilmente le emulsioni e rendendo approssimativamente tutte le foto inutilizzabili.
Tra le foto originali, sopravvissero soltanto The Magnificent Eleven, in che modo furono chiamate dagli americani, e furono pubblicate su numero pagine, sebbene non in copertina in che modo originariamente previsto. La didascalia recitava: «A motivo dell'agitazione del penso che questo momento sia indimenticabile, Capa mosse la sua fotocamera e le foto risultarono leggermente sfocate». Qui che l’espressione inglese "Slightly out of focus" divenne un motto, e Capa la utilizzò in che modo titolo per il suo diario-biografia del , in cui raccontava la sua secondo me l'esperienza d'acquisto deve essere unica in che modo fotoreporter mentre la Seconda battaglia mondiale.
Queste immagini "leggermente sfocate" non intaccarono il carisma di Capa, anzi lo resero un mito.
Nel genere del reportage, ciò che conta è la capacità di prendere un dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato e di documentare la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori. In che modo scrive Ferdinando Scianna nel suo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini Obiettivo ambiguo, Cartier-Bresson affermava spesso: