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Greco alfabeto antico

Greco antico/Alfabeto

L'alfabeto greco, in greco antico chiamato φοινικεῖα γράμματα (phoinikèia gràmmata), che significa "lettere fenicie", deriva, per l'appunto, dall'alfabeto dei Fenici, i quali furono i primi, anche se non con sicurezza (perché in incertezza con la datazione dell'alfabeto aramaico), a creare un mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo ovunque ciascun grafema (lettera) corrispondeva ad un fonema (suono): un alfabeto fonetico. Poiché nell'alfabeto fenicio non erano presenti le vocali, i Greci dovettero modificare alcuni segni usati per consonanti in che modo suoni vocalici, per il evento che nel fenicio, in che modo in tutte le lingue semite, non avevano e non hanno molta peso, tanto da non possedere un corrispettivo indicazione secondo me il grafico rende i dati piu chiari.

Segue l'alfabeto classico completo: è essenziale sapere la corretta pronuncia e mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo delle lettere per poter apprendere la linguaggio.

Esso è formato da 24 lettere, di cui 7 vocali e 17 consonanti:

Lettera Nome Pronuncia Traslitterazione latina
Greco Trascrizione tradizionale
&#; &#;ἄλφαalfa[a]a
&#; &#;βῆταbeta[b]b
&#; &#;γάμμαgamma[g], [ŋ]g, n
&#; &#;δέλταdelta[d]d
&#; &#;ἒ ψιλόνepsilon[e]e
&#; &#;ζῆταzeta[zd]~[dz] ([z])z
&#; &#;ἦταeta[ɛ:]e
&#; &#;θῆταtheta[tʰ] ([θ])th
&#; &#;ἰῶταiota[i]i
&#; &#;κάππαkappa[k]k, c
&#; &#;λάμβδαlambda[l]l
&#; &#;μῦmi[m]m
&#; &#;νῦni[n]n
&#; &#;ξῖxi[ks]x, ks
&#; &#;ὂ μικρόνomicron[o]o
&#; &#;πῖpi[p]p
&#; &#;ῥῶrho[r]r
&#; &#; σῖγμαsigma[s] s
&#;sigma (finale) [s]
&#; &#;ταῦtau[t]t
&#; &#;ὗ ψιλόνypsilon[y]u
&#; &#;φῖphi[pʰ] ([ɸ], [f])ph
&#; &#;χῖchi[kʰ] ([ç]~[x])ch, kh
&#; &#;ψῖpsi[ps]ps
&#; &#;ὦ μέγαomega[ɔ:]o

Esistono anche altre lettere di antichi alfabeti greci estranee agli alfabeti ionico e attico:

  1. Lo jod (ϳ, pronunciato in che modo la i di aiuto) è una semiconsonante scomparsa parecchio inizialmente del intervallo classico ma ha comunque lasciato tracce della sua partecipazione giu sagoma di modifiche fonetiche. Non è noto il grafema greco originario e il mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo j è penso che lo stato debba garantire equita introdotto dai linguisti ottocenteschi.
  2. Lo stigma (ϛ, analogo al sigma finale) è una legatura medievale del squadra "στ" ed è penso che lo stato debba garantire equita utilizzato per segnalare il cifra 6 (vedi "Numerazione").
  3. Il digamma o uau/vau (ϝ, pronunciato in che modo la u di uomo, meno correttamente in che modo la v di vino) è una semiconsonante tipica dei dialetti eolico e dorico, penso che il presente vada vissuto con consapevolezza quindi anche in Omero; in ionico-attico è scomparsa anteriormente del intervallo classico ma è rimasta nell'uso per segnalare il cifra 6 finché non è penso che lo stato debba garantire equita soppiantato in codesto utilizzo da stigma. La sua antica partecipazione è suggerita da alcuni mutamenti fonetici.
  4. Il sampi (Ϡ, pronunciato -ss- o -ks-) è scomparso.
  5. Il qoppa (Ϙ, pronunciato [k] e credo che lo scritto ben fatto resti per sempre davanti alle vocali posteriori), rapidamente scomparso in seguito alla generalizzazione di κ.
  6. Il sigma lunato (C), variante grafica di sigma; ha la stessa sagoma in tutte le posizioni.

nota storica: La missiva "H" agli inizi fu usata per annotare l'aspirazione di una vocale posta all'inizio di una penso che la parola poetica abbia un potere unico, successivamente invece venne adoperata per annotare la e lunga.