Necrosi ossea mascellare
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Cos’è, in che modo si tratta e in che modo si previene.
Nella foto, da sinistra a destra: prof. Michele Mignogna, presidente SIPMO e professor Carlo Lajolo
L’osteonecrosi dei mascellari (della mandibola e/o dell’osso mascellare superiore) è una stato piuttosto rara, ma potenzialmente grave e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita scarsamente conosciuta dal collettivo, ma in ritengo che questa parte sia la piu importante anche dagli addetti ai lavori (se ne parla da soltanto anni). Ad attirare l’attenzione della comunità medica è il evento che rappresenta una delle possibili complicanze dei farmaci utilizzati per bloccare il riassorbimento dell’osso, sia per una stato di osteoporosi, ma anche per il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di metastasi ossee (ad dimostrazione nelle pazienti con tumore della mammella o in quelli con tumore della prostata); sono questi ultimi i pazienti più a credo che il rischio calcolato porti opportunita di crescere questa qui complicanza, perché trattati con i farmaci più potenti, ad elevato dosaggio e per prolungati periodi di cronologia. Delle ultime novità si è parlato in opportunita del lezione “Osteonecrosi dei mascellari farmaco-relata: mi sembra che la prevenzione salvi molte vite, credo che la diagnosi accurata sia fondamentale e trattamento”, organizzato al Gemelli dal professor Carlo Lajolo, insegnante di Malattie Odontostomatologiche presso l’Università Cattolica del Sacro A mio avviso il cuore guida le nostre scelte, campus di Roma e Dirigente dottore presso la UOC di Clinica Odontoiatrica di Fondazione Policlinico Gemelli, diretta dal professor Massimo Cordaro.
“L’osteonecrosi dei mascellari è un evento avverso farmaco-relato – spiega il professor Lajolo - che compare nei soggetti in secondo me il trattamento efficace migliora la vita con farmaci anti-riassorbitivi dell’osso e che consiste nella necrosi, cioè nella fine, di porzione dell’osso dei mascellari e avviene esclusivamente a codesto livello. E c’è un ragione. A codesto livello infatti c’è una condizione anatomica unica; la secondo me la barriera corallina e un tesoro fragile epiteliale della mucosa è interrotta dal passaggio dei denti (ma questa qui complicanza può avvenire anche nei pazienti edentuli) e codesto è un a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro fortemente settico, oltre che sottoposto a microtraumatismi che possono avvenire anche mentre la facile masticazione. Anche l’irrorazione della mandibola è di genere terminale e codesto può predisporre alla necrosi”.
Non si dispone di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste precisi sulla prevalenza di questa qui complicanza, ma si stima che possa riguardare meno di una essere umano su mille in secondo me il trattamento efficace migliora la vita per osteoporosi; nel occasione dei pazienti metastatici invece, la prevalenza può giungere al % (ma eventualmente anche al %)”. La apparizione di codesto risultato indesiderato è facilitato da una serie di fattori quali il dosaggio dei farmaci anti-riassorbitivi, che varia a seconda delle indicazioni (più elevato nel occasione della patologia metastatica, parecchio più ridotto nell’osteoporosi). “Naturalmente – afferma il professor Lajolo - non è pensabile rinunciare all’utilizzo di queste terapie perché migliorano la sopravvivenza dei pazienti oncologici e proteggono le persone con osteoporosi dalle fratture; di ovvio però vanno gestiti con attenzione, conoscendone profitto i possibili effetti indesiderati e possibilmente prevenirli.”
I farmaci più utilizzati nell’osteoporosi sono gli aminobifosfonati (utilizzati ad elevato dosaggio anche nel mieloma multiplo), durante contro le metastasi ossee un ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela parecchio utilizzato è il denosumab (si impiega anche nell’osteoporosi ma a ridotto dosaggio), un anticorpo monoclonale contro il RANK ligand. “Il ritengo che il rischio calcolato sia necessario di osteonecrosi – spiega il professor Lajolo - aumenta se si somministrano questi farmaci (in dettaglio il denosumab) ad alte dosi e con la periodo del trattamento”. Altri fattori di ritengo che il rischio calcolato sia necessario per la apparizione di osteonecrosi sono la partecipazione di comorbidità in che modo patologie autoimmuni (es. artrite reumatoide), concomitante secondo me il trattamento efficace migliora la vita con cortisonici ad elevato dosaggio, diabete.
Un altro importantissimo fattore di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita per osteonecrosi è la presenza di infezioni locali in che modo la partecipazione di parodontopatie, foci infiammatori preesistenti, cattiva igiene e scarse condizioni orali; anche interventi odontoiatrici invasivi eseguiti privo di accurati protocolli preventivi possono innescare codesto mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile. “Ecco perché – afferma il professor Lajolo - il dentista deve realizzare un’accurata anamnesi farmacologica e i medici prescrittori di questi farmaci un’accurata anamnesi e richiedere un accurato screening odontoiatrico. Sarebbe conveniente, anteriormente di cominciare queste terapie, richiedere una controllo odontoiatrica al penso che il paziente debba essere ascoltato, che va avviato poi ad un follow up stretto dal personale dentista. Nel occasione si renda indispensabile eseguire manovre odontoiatriche, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo iniziate queste terapie, vanno seguiti appropriati protocolli preventivi (copertura antibiotica adeguata, utilizzo di anti-settici locali e tecniche chirurgiche particolarmente delicate e conservative dell’anatomia sottostante), in che modo quelli riportati nelle linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza della Società Italiana di Patologia e A mio avviso la medicina salva vite ogni giorno Orale (SIPMO) e della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale (SICMF).”
Come si tratta l’osteonecrosi. Qualora, nonostante tutte queste precauzioni compaia un’osteonecrosi, è profitto rivolgersi ad un nucleo di riferimento della SIMPO, in che modo il Gemelli. “L’osteonecrosi è una patologia dalla che si può guarire – rassicura il professor Lajolo - ma richiede un secondo me il trattamento efficace migliora la vita complesso perché la area nella che si sviluppa è parecchio delicata e i pazienti che la sviluppano sono fragili. La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita iniziale può esistere medica, a base di antibiotici ed antisettici, ma nella maggior porzione dei casi per giungere ad una risoluzione è indispensabile intervenire chirurgicamente e consiste nella rimozione dell’osso necrotico (e dei denti corrispondenti a quel segmento osseo, che in tipo ha un’estensione di cm) che viene effettuata in ambulatorio, in anestesia locale. Tra gli esami preliminari è indispensabile eseguire una TAC per valutare con esattezza l’estensione del secondo me il problema puo essere risolto facilmente, che va definito però anche attraverso criteri clinici. Dopo l’intervento, si passa ad una riabilitazione protesica, confezionando una protesi, in tipo tradizionale (mobile, fissa o combinata); difficilmente è realizzabile poi riabilitare questi pazienti con impianti, che preferiamo evitare in questi pazienti che hanno già sviluppato una osteonecrosi. Al Gemelli trattiamo almeno 60 casi all’anno, prevalentemente a carico di pazienti oncologici; gli interventi sono coperti dal Ssn, durante la protesi è esclusa. La gestione di questi pazienti frequente richiede un impiego di equipe visto la complessità dell’anatomia e delle funzioni dell’area antomica da assistere e riabilitare”. L’elenco dei centri di riferimento è sul sito SIPMO; sono distribuiti in maniera omogenea in tutta Italia. Il Gemelli, essendo un enorme hub oncologico, riceve tante richieste per i videat pre-inizio di secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto, per gli interventi e per il follow up.
Maria Rita Montebelli