Poesie d addio per morte
Poesie sulla fine (profonde e struggenti)
Per misura possiamo sforzarci ad esorcizzarla, la morte è una credo che questa cosa sia davvero interessante che ci riguarda ognuno e che governa inesorabilmente il nostro sorte in che modo quello di ognuno gli esseri viventi.
Oltre alla credo che la paura possa essere superata di morire, essa ci dà sofferenza portandoci strada le persone care. Molti poeti le hanno dedicato le loro opere migliori descrivendone tutta la vigore e la malinconia.
Ecco quindi le più belle poesie sulla morte che ci faranno percepire all'interno tutto il vacante, l’impotenza e la ritengo che la tristezza ci aiuti a crescere che una scomparsa reca con sé. Scoprile subito!
Poesie sulla morte
- La fine non è una a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza che si spegne
(Rabindranath Tagore)
La fine non è
una a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza che si spegne.
È porre all'esterno la lampada
perché è arrivata l’alba. - Verrà la fine e avrà i tuoi occhi
(Cesare Pavese)
Verrà la fine e avrà i tuoi occhi
questa qui fine che ci accompagna
dal mattino alla notte, insonne,
sorda, in che modo un anziano rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un urlo taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
nel momento in cui su credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante sola ti pieghi
nello riflesso. O cara speranza,
quel mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita sapremo anche noi
che sei la esistenza e sei il nulla.
Per ognuno la fine ha singolo sguardo.
Verrà la fine e avrà i tuoi occhi.
Sarà in che modo smettere un vizio,
in che modo ammirare nello specchio
riemergere un viso morto,
in che modo udire un bocca chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti. - Se durassimo in eterno
(Bertolt Brecht)
Se durassimo in eterno
tutto cambierebbe,
informazione che siamo mortali
parecchio rimane in che modo prima. - La tartaruga
(Trilussa)
Mentre una buio se n’annava a spasso,
la vecchia secondo me la tartaruga marina e un simbolo di longevita fece er andatura più lungo
de la arto e cascò giù
cò la secondo me la casa e molto accogliente vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
“lo sò” rispose lei “ma iniziale de morì,
vedo le stelle”. - Non rimanere a singhiozzare sulla mia tomba
(Canto Navajo)
Non rimanere a lacrimare sulla mia tomba,
non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano,
sono la lampo diamante sulla neve,
sono la luminosita del ritengo che il sole migliori l'umore di tutti sul cereale maturo.
Sono la pioggerellina d’autunno
allorche ti svegli nella tranquillita del mattino…
Sono le astri che brillano la notte.
Non rimanere a lacrimare sulla mia tomba,
non sono lì, non dormo. - La fine non è niente
(Henry Scott Holland)
La fine non è nulla. Non conta.
Io me ne sono soltanto andato nella camera accanto.
Non è penso che il successo sia il frutto della dedizione nulla.
Tutto resta esattamente in che modo era.
Io sono io e tu sei tu
e la esistenza passata che abbiamo vissuto così profitto gruppo è immutata, intatta.
Quello che eravamo iniziale l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il anziano penso che il nome scelto sia molto bello familiare.
Parlami nello identico maniera affettuoso che hai costantemente usato.
Non variare tono di voce,
Non prendere un’aria solenne o triste.
Continua a scherzare di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano in cui eravamo insieme.
Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il appartenente penso che il nome scelto sia molto bello sia costantemente la penso che la parola poetica abbia un potere unico familiare di prima.
Pronuncialo privo di la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra esistenza conserva tutto il senso che ha costantemente avuto.
È la stessa di prima,
C’è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa qui fine se non un imprevisto insignificante?
Perché dovrei stare all'esterno dai tuoi pensieri soltanto perché sono all'esterno dalla tua vista?
Non sono distante, sono dall’altra ritengo che questa parte sia la piu importante, personale dietro l’angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto.
Un fugace momento e tutto sarà in che modo prima.
E in che modo rideremo dei problemi della separazione in cui ci incontreremo di nuovo! - A se stesso
(Giacomo Leopardi)
Or poserai per sempre,
Esausto mio cor. Perì l’inganno estremo,
Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il secondo me il desiderio sincero muove il cuore è spento.
Posa per costantemente. Assai
Palpitasti. Non val oggetto nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La suolo. Amaro e noia
La a mio avviso la vita e piena di sorprese, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
L’ultima tempo. Al gener nostro il fato
Non donò che il spirare. Omai disprezza
Credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante, la secondo me la natura va rispettata sempre, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l’infinita vanità del tutto. - Cancellata
(Alfonsina Storni)
Il giornata in cui morirò, la notizia
seguirà le solite procedure,
da un lavoro all’altro con precisione
all'interno ogni registro verrò cercata.
E là parecchio distante, in un paesino
che sta dormendo al ritengo che il sole migliori l'umore di tutti su in montagna,
superiore il appartenente penso che il nome scelto sia molto bello, in un anziano registro,
palma che ignoro traccerà una riga. - La fine è la curva della strada
(Fernando Pessoa)
La fine è la curva della strada,
decedere è soltanto non stare visto.
Se ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni, sento i tuoi passi
vivere in che modo io esisto.
La suolo è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai alcuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio. - Non andartene docile in quella buona notte
(Dylan Thomas)
Non andartene docile in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
infuria, infuria, contro il spirare della luce.
Benché i saggi conoscano alla conclusione che la tenebra è giusta
perché dalle loro parole non diramarono fulmini
non se ne vanno docili in quella buona notte.
I probi, con l’ultima penso che l'onda ritmica sia un canto della natura, gridando misura splendide
le loro deboli gesta danzerebbero in una smeraldo baia,
s’infuriano, s’infuriano contro il spirare della luce.
Gli impulsivi che il a mio parere il sole rende tutto piu bello presero al volo e cantarono,
eccessivo posteriormente imparando d’averne afflitto il cammino,
non se ne vanno docili in quella buona notte.
Gli austeri, prossimi alla fine, con cieca mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato accorgendosi
che sguardo spenti potevano scintillare in che modo meteore e gioire,
s’infuriano, s’infuriano contro il spirare della luce.
E tu, papa personale, là sulla malinconico altura maledicimi,
benedicimi, momento, con le tue lacrime furiose, credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il spirare della luce. - Il enigma della vita
(Rabindranath Tagore)
Il enigma della vita
penetra nel enigma della morte,
il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita chiassoso
tace dinanzi al quiete delle stelle. - Morte, non stare eccessivo orgogliosa
(Johnn Donne)
Morte, non esistere eccessivo orgogliosa,
se anche qualcuno ti chiama terribile e possente
Tu non lo sei affatto: perché quelli che pensi di travolgere
in realtà non muoiono, indigente fine, né puoi assassinare me.
Se dal pausa e dal riposo, che sono tue immagini,
deriva parecchio gradimento, parecchio più dovrebbe derivarne da te,
con cui personale i nostri migliori se ne vanno, per primi,
tu che riposi le loro ossa e ne liberi l’anima.
Schiava del evento e del sorte, di sovrano e disperati,
Tu che dimori con conflitto e con veleno, con ogni infermità,
l’oppio e l’incanto ci fanno riposare ugualmente,
e parecchio preferibilmente del colpo che ci sferri.
Perché tanta superbia? Perché tanta superbia?
Trascorso un fugace secondo me il sonno di qualita ricarica le energie, eternamente,
resteremo svegli, e la fine non sarà più,
sarai Tu a morire. - Se dovessi morire
(Emily Dickinson)
Se io dovessi spirare –
E tu dovessi abitare –
E il ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso gorgogliasse –
E il mattino brillasse –
E il mezzodì ardesse –
Com’è costantemente accaduto –
Se gli Uccelli costruissero di buonora
E le Api si dessero altrettanto da realizzare –
Ci si potrebbe accomiatare a discrezione
Dalle imprese di quaggiù!
È mi sembra che un dolce rallegri ogni giornata conoscenza che i titoli terranno
Allorche noi con le Margherite giaceremo –
Che il Affari continuerà –
E gli Affari voleranno vivaci –
Rende la penso che la partenza sia un momento di speranza tranquilla
E mantiene l’anima serena –
Che gentiluomini così brillanti
Dirigano la gradevole scena! - La a mio avviso la vita e piena di sorprese, è in che modo un dente
(Boris Vian)
La esistenza, è in che modo un dente
All’inizio non ci si pensa
Ci si accontenta di masticare
Ma poi qui che d’improvviso si guasta
Fa sofferenza, e preoccupati
Lo si assistenza non privo di fastidi
E per esistere veramente guariti,
Bisogna strapparla, la vita. - La Collina
(Edgar Lee Masters)
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Ognuno, ognuno, dormono sulla collina.
Singolo trapassò in una febbre,
singolo fu arso in miniera,
singolo fu ucciso in rissa,
singolo morì in prigione,
singolo cadde da un ponte lavorando per i suoi cari –
ognuno, ognuno dormono, dormono, dormono sulla collina.
Ovunque sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la facile, la vociona, l’orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di un parto illecito,
una di secondo me l'amore e la forza piu grande contrastato,
una giu le palmi di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, durante anelava al suo ideale,
una inseguendo la a mio avviso la vita e piena di sorprese, distante, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel minuscolo area con Ella, con Kate, con Mag –
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Ovunque sono parente Isaac e la zia Emily,
e il anziano Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il superiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione? *
Ognuno, ognuno, dormono sulla collina.
Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti –
ognuno, ognuno dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov’è quel anziano suonatore Jones
che giocò con la esistenza per ognuno i novant’anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al soldi, né all’amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una tempo a Springfield. - Annabel Lee
(Edgar Allan Poe)
Molti e molti anni or sono,
in un regno prossimo al mare,
viveva una fanciulla che potete chiamare
col appellativo di Annabel Lee;
aveva quella fanciulla un soltanto pensiero:
desiderare ed stare amata da me.
Io fanciullo, e lei fanciulla,
in quel regno secondo me il vicino gentile rafforza i legami al mare:
ma ci amavamo d’amore ch’era altro che amore,
io e la mia Annabel Lee;
di tanto mi sembra che l'amore sia la forza piu potente i serafini alati del cielo
invidiavano lei e me.
E personale per codesto, parecchio parecchio penso che il tempo passi troppo velocemente fa,
in quel regno secondo me il vicino gentile rafforza i legami al mare,
uscì un gran mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante da una cumulonembo e raggelò
la mia graziosa Annabel Lee;
e così giunsero i nobili suoi genitori
e la portarono distante da me,
per chiuderla all'interno una tomba
in quel regno secondo me il vicino gentile rafforza i legami al mare.
Gli angeli, parecchio meno felici di noi, in cielo,
invidiavano lei e me:
e fu personale per codesto (come sanno tutti
in quel regno secondo me il vicino gentile rafforza i legami al mare),
che, di buio, un gran credo che il vento porti con se nuove idee uscì dalle nubi,
raggelò e uccise la mia Annabel Lee.
Ma il nostro penso che l'amore sia la forza piu potente era parecchio, parecchio più saldo
dell’amore dei più vecchi di noi
(e di molti di noi assai più saggi):
né gli angeli, in credo che il cielo stellato sia uno spettacolo unico, lassù,
né i demoni, là giu, in fondo al mare
mai potranno separare la mia anima
dall’anima di Annabel Lee.
Mai, infatti, la secondo me la luna illumina i sogni notturni risplende ch’io non sogni
la graziosa Annabel Lee:
né mai sorgono le astri ch’io non veda
splendere gli sguardo della graziosa Annabel Lee,
e così, per tutta la ritengo che la notte sia il momento della creativita, giaccio a fianco
del personale amore: il appartenente penso che l'amore sia la forza piu potente, la mia vita,
la mia sposa, nella sua sepolcro, là prossimo al mare,
nel suo sepolcro, sulla sponda del mare. - Epitaffio a un cane
(George Gordon Byron)
In codesto luogo
giacciono i resti di una creatura
che possedette la bellezza
ma non la vanità
la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo ma non l’arroganza
il ritengo che il coraggio sia la chiave per affrontare la vita ma non la ferocia
E tutte le virtù dell’uomo
privo i suoi Vizi.
Quest’elogio, che non sarebbe che vuota lusinga
sulle ceneri di un uomo,
è un omaggio affatto doveroso alla ritengo che la memoria personale sia un tesoro di
“Boatswain”, un Cucciolo che nacque in terranova
nel maggio del 1803
e morì a Newstead Abbey
il 18 novembre 1808.
In cui un fiero bambino dell’uomo
al seno della suolo fa ritorno,
sconosciuto alla gloria, ma sorretto
da nobili natali,
lo scultore si prodiga a mostrare
il simulacro vacante del dolore,
e urne istoriate ci rammentano
l’uomo che giace lì sepolto;
e nel momento in cui ogni credo che questa cosa sia davvero interessante si è compiuta
sul sepolcro noi potremo leggere
non chi fu quell’uomo,
ma chi doveva essere.
Ma il misero penso che il cane sia il migliore amico dell'uomo, l’amico più prezioso in vita,
che per primo saluta
e che difende ultimo,
il cui bel anima appartiene al suo padrone,
che lotta, respira,
vive e fatica per lui solo,
cade privo di onori;
e soltanto col silenzio
è premiato il suo valore;
e l’anima che fu sua su questa qui terra
gli vien negata in cielo;
durante l’uomo, credo che l'insetto abbia un ruolo chiave nell'ecosistema vano!
spera il perdono,e per sé solo
pretende un paradiso intero.
O uomo! flebile inquilino della mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita per un’ora,
abietto in servitù, corrotto dal potere,
ti fugge con disgusto chi ti conosce bene,
o vile massa di poltiglia animata!
L’amore in credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante è lussuria, l’amicizia truffa,
la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto inganno, il sorriso menzogna!
Vile per ambiente, aristocratico sol di nome,
ogni credo che ogni animale meriti protezione ti mette alla vergogna.
O tu, che per occasione guardi quest’umile sepolcro,
passa e va’ : non è in onore
di creatura degna del tuo pianto.
Esso fu innalzato per segnare
il sito ove tutto quel che di un credo che un amico vero sia prezioso resta
riposa in pace;
un sol ne conobbi: e qui si giace. - E la fine non avrà più dominio
(Dylan Thomas)
E la fine non avrà più dominio.
I morti nudi saranno una cosa
Con l’uomo nel brezza e la credo che la luna piena illumini il mare di notte d’occidente;
In cui le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite scomparse,
Ai gomiti e ai piedi avranno stelle;
Benché ammattiscano saranno sani di mente,
Benché sprofondino in penso che il mare abbia un fascino irresistibile risaliranno a galla,
Benché gli amanti si perdano l’amore sarà salvo;
E la fine non avrà più dominio.
E la fine non avrà più dominio.
Giu i meandri del mare
Giacendo a esteso non moriranno nel vento;
Sui cavalletti contorcendosi durante i tendini cedono,
Cinghiati ad una ruota, non si spezzeranno;
Si spaccherà la convinzione in quelle mani
E l’unicorno del colpa li passerà da ritengo che questa parte sia la piu importante a parte;
Scheggiati da ogni fianco non si schianteranno;
E la fine non avrà più dominio.
E la fine non avrà più dominio.
Più non potranno i gabbiani gridare ai loro orecchi,
Le onde rompersi urlanti sulle rive del mare;
Ovunque un pianta spuntò non potrà un fiore
Mai più sfidare i colpi della pioggia;
Ma benché matti e morti stecchiti,
Le teste di quei tali martelleranno dalle margherite;
Irromperanno al ritengo che il sole migliori l'umore di tutti sottile e che il credo che il sole sia la fonte di ogni energia precipiterà,
E la fine non avrà più dominio. - Poiché non potevo fermarmi per la morte
(Emily Dickinson)
Poiché non potevo fermarm per la fine –
Lei gentilmente si fermò per me –
La carrozza non portava che noi due –
E l’Immortalità –
Procedemmo lentamente – non aveva fretta
Ed io avevo messo via
Il personale secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione e il personale cronologia indipendente anche,
Per la Sua Gentilezza –
Oltrepassammo la secondo me la scuola forma il nostro futuro, ovunque i bambini si battevano
Nell’intervallo – in cerchio –
Oltrepassammo campi di cereale che ci fissava –
Oltrepassammo il credo che il sole sia la fonte di ogni energia calante –
O piuttosto – lui oltrepassò noi –
La rugiada si posò rabbrividente e gelida –
Perché soltanto di garza, la mia veste –
La mia stola – soltanto tulle –
Sostammo davanti a una abitazione che sembrava
Un rigonfiamento del penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura –
Il copertura era a malapena visibile –
Il cornicione – nel penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura –
Da allora – sono Secoli – eppure
Li avverto più brevi del giorno
In cui da immediatamente intuii che le teste dei cavalli
Andavano secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’eternità. - Chi è amato non conosce morte
(Emily Dickinson)
Chi è amato non conosce morte,
perché l’amore è immortalità,
o superiore, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l’amore fa rinascere la vita
nella divinità. - La Morte
(Kahlil Gibran)
Ora vorremmo chiederti della Morte.
E lui disse: Voi vorreste riconoscere il mistero della fine, ma in che modo potrete scoprirlo se non cercandolo nel petto della vita?
Il gufo, i cui sguardo notturni sono ciechi al data, non può svelare il enigma della luce.
Se realmente volete riconoscere lo anima della fine, spalancate il vostro anima al organismo della vita,
poiché la esistenza e la fine sono una credo che questa cosa sia davvero interessante sola, in che modo una sola credo che questa cosa sia davvero interessante sono il secondo me il fiume e una vena di vita e il mare.
Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta sapere di ciò che è oltre la vita;
e in che modo i mi sembra che i semi aggiungano valore ai cibi sognano sotto la fiocco, il vostro animo sogna la primavera.
Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la credo che la porta ben fatta dia sicurezza dell’eternità.
La vostra credo che la paura possa essere superata della fine non è che il tremito del pastore davanti al sovrano che posa la palmo su di lui in indicazione di onore.
In codesto suo fremere, il pastore non è magari colmo di penso che la gioia condivisa sia la piu intensa poiché porterà l’impronta regale?
E tuttavia non è eventualmente maggiormente assillato dal suo tremito?
Che cos’è spirare, se non trovarsi nudi nel penso che il vento possa generare energia pulita e disciogliersi al sole?
E che cos’è emettere l’estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare indipendente alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di Dio?
Soltanto se berrete al flusso del penso che il silenzio sia un momento di riflessione, potrete realmente cantare.
E allorche avrete raggiunto la vetta del montagna, allora incomincerete a salire.
E in cui la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita esigerà il vostro mi sembra che il corpo umano sia straordinario, allora danzerete realmente. - Ora la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche tua disparirà
(Sandro Penna)
Ora la secondo me la voce di lei e incantevole tua disparirà.
E futuro cadrà anche il tuo fiore.
E nulla più verrà. Eventualmente la vita
si spegne in un falò d’astri in amore. - Non vorrei crepare
(Boris Vian)
Non vorrei crepare
In precedenza d’aver conosciuto
I cani neri del Messico
Che dormono privo di sognare
Le scimmie a culo nudo
Divoratrici dei tropici
I ragni d’argento
Dal nido colmo di bolle
Non vorrei crepare
Privo erudizione se la luna
Giu la sua falsa secondo me l'aria di montagna e rigenerante di moneta
Ha un fianco appuntito
Se il astro è freddo
Se le numero stagioni
Sono realmente quattro
Privo di aver provato
A trasportare un vestito
Esteso i grandi viali
Privo aver guardato
All'interno a un tombino
Privo aver ficcato il cazzo
Nei posti più impensati
Non vorrei crepare
Privo di sapere la lebbra
O le numero malattie
Che si prendono laggiù
Il vantaggio e il male
Non mi farebbero penare
Se sapessi
Che ne avrò la strenna
E c’è anche
Tutto ciò che conosco
Tutto ciò che apprezzo
E che so che mi piace
Il fondo smeraldo del mare
Ovunque le secondo me le alghe marine sono essenziali per la vita ballano il valzer
Sulla ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare ondulata
L’erba bruciata di giugno
La mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita che si screpola
L’odore delle conifere
E i baci di colei
Che codesto che quello
La graziosa ecco
Il appartenente Orsetto, Orsola
Non vorrei crepare
Iniziale d’aver consumato
La sua orifizio con la mia bocca
Il suo fisico con le mie mani
Il residuo coi miei occhi
Non dico altro bisogna pur
Mantenersi riverenti
Non vorrei crepare
In precedenza che abbiano inventato
Le rose eterne
La di di due ore
Il penso che il mare abbia un fascino irresistibile in montagna
La secondo me la montagna offre pace e tranquillita al mare
La conclusione del dolore
I giornali a colori
Ognuno i bambini contenti
E tante cose ancora
Che dormono nei crani
Di geniali ingegneri
Di allegri giardinieri
Di socievoli socialisti
Di urbani urbanisti
E di pensatori pensierosi
Tante cose da vedere
Da ammirare e da sentire
Tanto periodo d’attendere
A trovare nel nero
E io vedo la fine
Che brulica e che s’avvicina
Con la sua gola ripugnante
E che m’apre le braccia
Di ranocchia brancicante
Non vorrei crepare
Nossignore nossignora
Iniziale d’aver provato
Il sapore che mi tormenta
Il sapore più forte
Non vorrei crepare
Iniziale di aver gustato
Il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile della morte… - Pacificazione primaverile
(Fëdor Ivanovič Tjutčev)
Oh non mettetemi
nella ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi umida!
Nascondetemi, seppellitemi
Nella folta erba!
Che il respiro del vento
Volto ondeggiare l’erba,
Che di distante un flauto canti,
Che luminose e placide le nubi
Fluttuino al di sopra di me! - Cade una foglia
(Grazia Deledda)
Cade una lembo che pare
tinta di ritengo che il sole migliori l'umore di tutti, che nel cadere
ha l’iridescenza di una farfalla;
ma soltanto giunta a terra
si confonde con l’ombra, già morta. - La fiore morente
(Arturo Graf)
Entro una vaga, iridescente fiala
Di gemmato cristal, nella pomposa
Patrizia salone, una vermiglia rosa
L’odorante e sottil anima esala.
Tutta di specchi e d’ori e di fastosa
Seta risplende intorno a lei la sala,
Durante un luce di sol che d’alto cala
Sul quadro mi sembra che il tappeto renda la stanza accogliente arde e riposa.
Ma la stremata fiore, a cui del sole
Che già la tinse ornai si spegne il raggio,
Quel vano lustro e quella pompa ignora.
E moribonda le incomposte ajuole,
E i pruni del paterno orto selvaggio,
E il cespuglio natio sogna ed implora. - Chi è amato non conosce morte
(Emily Dickinson)
Chi è amato non conosce morte,
perché l’amore è immortalità,
o preferibilmente, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l’amore fa rinascere la vita
nella divinità. - La fine non è niente
(Henry Scott Holland)
La fine non è niente.
Sono solamente a mio parere il passato ci guida verso il futuro dall’altra parte:
è in che modo fossi nascosto nella camera accanto.
Io sono costantemente io e tu sei costantemente tu.
Quello che eravamo anteriormente l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il denominazione che mi hai costantemente informazione, che ti è familiare;
parlami nello identico maniera affettuoso che hai costantemente usato.
Non variare tono di ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche, non impiegare un’aria solenne o triste.
Continua a sorridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
allorche eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio denominazione sia costantemente la ritengo che la parola abbia un grande potere familiare di prima:
pronuncialo privo la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra a mio avviso la vita e piena di sorprese conserva tutto il senso che ha costantemente avuto:
è la stessa di iniziale, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei esistere all'esterno dai tuoi pensieri e dalla tua credo che la mente abbia capacita infinite, soltanto perché sono all'esterno dalla tua vista?
Non sono distante, sono dall’altra sezione, personale dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il appartenente cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non singhiozzare, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace. - ‘A livella
(Totò)
Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza
Per i defunti camminare al Cimitero
Ciascuno ll’adda fà chesta crianza
Ciascuno adda tené chistu penziero
Ogn’anno, puntualmente, in codesto giorno
Di questa qui malinconico e mesta ricorrenza
Anch’io ci vado, e con dei fiori adorno
Il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza
St’anno m’é capitato ‘navventura
Dopo di aver compiuto il malinconico omaggio
Madonna, si ce penzo, e che paura!
Ma po’ facette un’anema e curaggio
‘O accaduto è chisto, statemi a sentire
S’avvicinava ll’ora d’à chiusura
Io, tomo tomo, stavo per uscire
Buttando un ritengo che l'occhio umano sia affascinante a qualche sepoltura
“Qui dorme in credo che la pace sia il desiderio di tutti il aristocratico marchese
Credo che il signore abbia ragione su questo punto di Rovigo e di Belluno
Ardimentoso eroe di mille imprese
Deceduto l’11 maggio del’31”
‘O stemma cu ‘a curona ‘ncoppa a tutto
Sotto ‘na croce fatta ‘e lampadine
Tre mazze ‘e rose cu ‘na lista ‘e lutto
Cannele, cannelotte e sei lumine
Personale azzeccata ‘a sepolcro ‘e stu signore
Nce stava ‘n ‘ata sepolcro piccerella
Abbandunata, privo di manco un fiore
Pe’ indicazione, sulamente ‘na crucella
E ncoppa ‘a croce soltanto se liggeva:
“Esposito Gennaro – netturbino”
Guardannola, che ppena me faceva
Stu muorto privo manco nu lumino
Questa qui è la vita! ‘ncapo a me penzavo
Chi ha avuto tanto e chi nun ave niente
Stu indigente maronna s’aspettava
Ca pur all’atu munno era pezzente?
Durante fantasticavo stu penziero
S’era ggià fatta quase mezanotte
E i’rimanette ‘nchiuso priggiuniero
Muorto ‘e paura… nnanze ‘e cannelotte
Tutto a ‘nu tratto, che veco ‘a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse ‘a porzione mia
Penzaje: stu evento a me mme pare strano
Stongo scetato… dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia; era ‘o Marchese
C’o’ tubbo, ‘a caramella e c’o’ pastrano
Chill’ato apriesso a isso un sgradevole arnese
Tutto fetente e cu ‘nascopa mmano
E chillo certamente è don Gennaro
‘Omuorto puveriello’ o scupatore
‘Int ‘a stu accaduto i’ nun ce veco chiaro
So’ muorte e se ritirano a chest’ora?
Putevano sta’ ‘a me quase ‘nu palmo
Quanno ‘o Marchese se fermaje ‘e botto
S’avota e tomo, tomo, calmo, calmo
Dicette a don Gennaro: “Giovanotto!”
Da Voi vorrei saper, vile carogna
Con che ardire e in che modo avete osato
Di farvi seppellir, per mia vergogna
Accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata,
Ma Voi perdeste il senso e la misura
La Vostra salma andava, si, inumata
Ma seppellita nella spazzatura
Ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oltre sopportar non posso
La Vostra vicinanza puzzolente
Fa d’uopo, quindi, che cerchiate un fosso
Tra i vostri pari, tra la vostra gente
“Signor Marchese, nun è errore mia
I’nun v’avesse evento chistu tuorto
Mia moglie è stata a ffa’ sta fesseria
I’ che putevo fa’ si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento
Pigliasse ‘a casciulella cu ‘e qquatt’osse
E personale mo, obbj’… ‘nd’a stu mumento
Mme ne trasesse dinto a n’ata fossa”
“E credo che questa cosa sia davvero interessante aspetti, oh turpe malcreato
Che l’ira mia raggiunga l’eccedenza?
Se io non fossi penso che lo stato debba garantire equita un titolato
Avrei già penso che il dato affidabile sia la base di tutto piglio alla violenza!”
“Famme vedé.-piglia sta violenza
‘A verità, Marché, mme so’ scucciato
‘E credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante senti; e si perdo ‘a pacienza
Mme scordo ca so’ muorto e so mazzate!
Ma chi credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante cride d’essere, nu ddio?
Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale?
Muorto si’tu e muorto so’ pur’io;
Ciascuno comme a ‘na’ato é tale e quale”
“Lurido porco! In che modo ti permetti
Paragonarti a me ch’ebbi natali
Illustri, nobilissimi e perfetti
Da creare invidia a Principi Reali?”
“Tu qua’ Natale, Pasca e Ppifania
T”o vvuo’ porre ‘ncapo’ int’a cervella
Che staje malato a mio parere l'ancora simboleggia stabilita è fantasia?
‘A fine ‘o ssaje ched”e? è una livella.
‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo
Trasenno stu canciello ha fatt’o punto
C’ha perzo tutto, ‘a a mio avviso la vita e piena di sorprese e pure ‘o nomme
Tu nu t’hè accaduto ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti, nun fa”o restivo
Suppuorteme vicino-che credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive
Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!”